Vento d'Africa.
E' quello che ha soffiato due settimane fa a Cagliari per la prima edizione di Incontri d'Affrica, una tre giorni di parole e musica, proiezioni di documentari e dibattiti curata con gusto e competenza e condotta con professionalità e misura.
E' quello che ha soffiato due settimane fa a Cagliari per la prima edizione di Incontri d'Affrica, una tre giorni di parole e musica, proiezioni di documentari e dibattiti curata con gusto e competenza e condotta con professionalità e misura.
Teatro della manifestazione, l'Hostal Marina che dalla sua inaugurazione non ha mai smesso di accogliere e
proporre momenti musicali, cinematografici e di intrattenimento di
ispirazione multiculturale e di respiro internazionale.
Il programma degli incontri è stato
denso ed emotivamente coinvolgente con preziosi spazi di dibattito con registi (Carlotta Piccinini,Clio Sozzani) operatori (Giulia Olmi del CISP – Comitato Internazionale Sviluppo dei Popoli, Mattia Diurli, organizzatore della Sahara Marathon), poeti (Luali Lahsen Salama, membro della Generación de la Amistad Saharaui, movimento di poeti creato a Madrid nel 2005),
blogger (Lina Ben Mhenni).
La proiezione del documentario “Jeans & Martò”, di Clio Sozzani e Claudia Palazzi, vincitore di numerosi premi e già acquistato dal canale Sky
BabelTv, ha dato il via alla manifestazione con la storia di Roba,
un giovane ragazzo etiope che la sua comunità considera “strano”
a causa della sua passione per lo studio.
Per poter coronare il sogno di
conseguire la laurea, Roba dovrà affrontare molti ostacoli e vincere
le resistenze psicologiche della sua famiglia e i sensi di colpa che
accompagnano chiunque abbia il coraggio di percorrere strade poco
battute.
Trailer di "Jeans & Martò"
Questa la sinossi, come direbbero gli
addetti ai lavori, ma il vero punto forte del lavoro delle registe sono le inquadrature dei paesaggi e dei protagonisti.Più del parlato, che come confida Clio Sozzani, presente alla proiezione, a lungo andare può risultare noioso, il compiti più delicato della regia è riuscire a trasmettere l'emozione dell'attimo.
Clio Sozzani e Annalisa Addis
Una produzione, quella di "Jeans & Martò",durata tre anni durante i quali la Sozzani ha
seguito il percorso di Roba e ne ha filmato i momenti più significativi.
Roba attualmente sta seguendo un master
in Italia finanziato da Carlo Petrini, presidente di Slow food, con il
quale sta anche collaborando a un progetto imprenditoriale da
realizzare tra la sua comunità, i karrayu, per la commercializzazione del latte
di cammella e la creazione di una produzione di prodotti caseari a base di latte di cammello, attualmete assente in Etiopia.
Mi piace parlarne in coincidenza della nona edizione dell
biennale Terra Madre in corso a Torino fino a lunedì. La direzione che ha preso la vita di Roba è infatti strettamente
legata alla città piemontese, a Terra madre e a Slow food ma a questo punto mi
rendo conto che vi sto svelando troppo della storia e vi rimando alla
visione del bel documentario.
Roba è ora un giovane istruito e
cittadino del mondo con tante passioni e abitudini in comune a molti suoi
coetanei compreso il modo di vestire casual in jeans e felpa ma quando
ritorna a casa, non dimentica mai di indossare il suo martò, il
costume tradizionale della sua gente.
Più duro il tema trattato in "1514 Le nuvole non si fermano", di Carlotta Piccinini, ma
la difficoltà del soggetto non ha scoraggiato la giovane regista che ha trattato l'argomento in modo asciutto e senza
retorica, 54 minuti intensi resi ancora più
coinvolgenti dalla scelta di musiche bellissime e trascinanti.
Da sinistra: Giulia Olmi,Mattia Diurli,Carlotta Piccinini,Luali Lahsen Salama, Marisa Fois
La storia della popolazione Saharawi
così ben raccontata è stata una sorpresa per il pubblico
(numerosissimo, probabilmente al di là delle aspettative degli
organizzatori) presente in sala.
L'apprensione per le sorti della nostra
conterranea Rossella Urru, operatrice del CISP nei campi profughi Saharawi, ha occupato la nostra attenzione e impedito ai più di
approfondire la vicenda della popolazione Saharawi.
Un popolo che aspetta da 37 anni un
referendum che gli consenta di applicare la risoluzione delle Nazioni Unite 1514/60 (da cui il titolo del documentario), sull’autodeterminazione dei popoli e dei paesi sottoposti a dominio coloniale e di esprimere la propria opinione sulle
sorti della Repubblica Democratica Araba Sahrawi – RASD e di riavere il proprio territorio, quello del
Sahara occidentale, occupato dalla Spagna durante il periodo
coloniale e ora dal Marocco.
Nei territori occupati del Sahara
occidentale vive ancora una minoranza della popolazione Saharawi che
non è riuscita a scappare nei campi profughi in Algeria ed è
proprio qui che ha preso inizio il movimento che ha portato successivamente alla
primavera araba.
Infatti nell'ottobre del 2010 un gruppo
appartenete alla comunità Saharawi ha dato vita a una protesta per
rivendicare alcuni diritti di uguaglianza sociale fino a quel moneto negati.
1514 Le nuvole non si fermano - PROMO from Visuallab on Vimeo.
Sappiamo il ruolo fondamentale che internet ha avuto nel comunicare al mondo la rivoluzione in atto nel mondo arabo. Sempre attraverso internet possiamo tenerci aggiornati sulla situazione della popolazione Saharawi: http://www.saharawi.org, http://www.saharamarathon.org/, http://www.sardegna-saharawi.it/ sono dei punti di riferimento con notizie e iniziative.
In particolare http://www.saharamarathon.org/ vi permette
di partecipare alla Sahara Marathon, maratona di solidarietà con il popolo Saharawi e di trascorrere una settimana
nei campi profughi in Algeria per conoscere da vicino la vita di
questo popolo.
La maratona è alla dodicesima
edizione e si svolge ogni anno a febbraio, mese simbolico per iSaharawi perchè coincidente (27 febbraio 1976), con la proclamazione dellaRepubblica Democratica Araba Sahrawi.
Incontri d'Affrica ha concluso le sue
giornate di iniziative passando il testimone ad Alig'art di cui vi ho
parlato anche lo scorso anno (http://admaiorasemper.blogspot.it/2011/11/aligart-2011-arte-riciclo-per-labitare.html).
Il tema di quest'anno è dedicato alla
figura di Thomas Sankara,1° Presidente del Burkina Faso e leader carismatico, di cui quest'anno ricorre il venticinquesimo anniversario della morte
e che ha ispirato artisti e musicisti, una su tutti, la cantautrice
Fiorella Mannoia che ha dedicato il suo tour Sud proprio a Sankara.
L'ultimo fine settimana del festival è
tutto da vivere con incontri, laboratori, mostre e concerti.
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