FREEDOM OF THE PRESS 2010

Qualche settimana fa è stato diffuso il rapporto sulla libertà di stampa compilato ogni anno dall'organizzazione non governativa statunitense FREEDOM HOUSE.
Si tratta di un documento che ha lo scopo di misurare il livello di libertà di stampa ed indipendenza editoriale raggiunto in ogni nazione del mondo.
I gradi di libertà vengono inseriti in una scala da 1 (per i paesi più liberi) a 100 (per quelli meno liberi).
In funzione dei risultati, le nazioni vengono quindi classificate in "Free=Libere", "Partly Free=Parzialmente-libere", o "Not Free=Non libere".
Questi sono i risultati pubblicati nel 2010:
http://freedomhouse.org/images/File/fop/2010/2010global_regional_ranking_tables.pdf
Spero non vi siate scoraggiati a scorrere la lista, perchè per trovare l'Italia, uno dei Paesi del G8, dovete arrivare fino alla settantaduesima posizione e scoprire che l'informazione nel nostro Paese, viene giudicata "Partly Free".
Nell'area dell'Europa occidentale occupiamo la penultima posizione; dopo di noi, c'è solo la Turchia.

Ne ho già parlato in altre occasioni (post del 19 e del 20 maggio 2010), ma visto che a quanto sembra, la maggior parte degli italiani, utilizza la TV come strumento di informazione, proviamo ancora una volta a ragionare con alcuni esempi, sullo stato di salute del giornalismo televisivo.
Ecco alcuni episodi accaduti nei primi mesi del 2010:
  • nell'edizione delle 13:30 del Tg1 (direttore Augusto Minzolini) del 26 febbraio, viene definita "assoluzione", la prescrizione per il legale inglese David Mills, accusato di corruzione nel processo Fininvest;
  • l'interruzione delle trasmissioni di informazione sui canali Rai e Mediaset durante le amministrative dell'aprile scorso, costringono i giornalisti della Rai a scioperi e mobilitazioni che culminano con il progetto RAI PER UNA NOTTE;
  • il presidente del consiglio, durante il Consiglio dei ministri del 7 maggio attacca la trasmissione di attualità e satira di RaiTre "Parla con me" condotta da Serena Dandini.
Fortunatamente, trasmissioni come "Report", " Presa Diretta", "Exit-Files", dimostrano che in Italia c'è un ottimo giornalismo d'inchiesta, peccato che abbia uno spazio ridotto nel palinsesto o che i fatti denunciati in queste inchieste, abbiano poco seguito.
Di questo paradosso e di verità parziali parla Benedetta Tobagi, intervistata da "Anno Zero" il 13 maggio scorso:
http://www.annozero.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-46b7f43d-4938-41e0-bf67-36aec1cc082a-annozero.html?p=0

Un post dedicato alla libertà di stampa, non può sottrarsi dal parlare di ciò che l'Italia sta vivendo in questi giorni, dove in parlamento, si sta discutendo il DdL n. 1611 sulle intercettazioni.
Il compito del legislatore dovrebbe essere quello di trovare il giusto equilibrio tra il diritto di ogni cittadino alla riservatezza e quello fondamentale e imprescindibile di poter condurre indagini accurate e approfondite e di poterle poi pubblicare.
L'attuale testo non rispetta tale equilibrio e mettendo il bavaglio alla stampa, impedisce ai cittadini, di conoscere i fatti.
In attesa di conoscere le modifiche che verranno apportate alla legge in discussione in parlamento e di leggere il testo definitivo, è utile ricordare alcune frasi dell'articolo 21 della costituzione italiana:
Art. 21.
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.


AD MAIORA SEMPER!

P.S.  Benedetta Tobagi presenterà il suo libro “Come mi batte forte il tuo cuore” edito da Einaudi, il 2 luglio 2010 alle ore 19,30 presso la facoltà di Scienze Politiche di Cagliari.
L'icontro è organizzato da: Facoltà di Scienze Politiche - "Solidarietà e diritti-Fondazione Luca Raggio".
Con l’autrice, intervengono Paola Piras, preside della facoltà, e Gianluca Scroccu.

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