Il fascino della cattedrale catalana non finisce mai di stupire e accende animati dibattiti.
Come dicevamo qualche settimana fa (http://admaiorasemper.blogspot.com/2011/04/gaudi-cagliari.html), la Sagrada Familia è ancora un cantiere aperto, nonostante siano trascorsi centotrent'anni dalla posa della prima pietra.
Il suo iter costruttivo ricorda molto le imponenti cattedrali gotiche il cui compimento si prolungava per secoli.
Fedele alla sua idea di fervente cattolico, Gaudì ideò una cattedrale che doveva estendersi quanto più possibile verso l'alto per innalzarsi a Dio.
Jodi Bonet, l'architetto che da venticinque anni guida il cantiere della Sagrada Familia, è convinto sostenitore che l'imponente costruzione vada terminata e che questo fosse un espresso desiderio di Gaudì.
Jodi Bonet, l'architetto che da venticinque anni guida il cantiere della Sagrada Familia, è convinto sostenitore che l'imponente costruzione vada terminata e che questo fosse un espresso desiderio di Gaudì.
Questo punto di vista non è però condiviso da tutti e la cattedrale incompiuta divide la Spagna.
Il cantiere della Sagrada Familia si aprì nel 1882 sotto la guida di Gaudì che ne seguì i lavori con dedizione ossessiva fino alla sua morte avvenuta nel 1926.
Il maestro catalano dedicò gli ultimi anni della sua vita alla realizzazione dell'imponente monumento, trasformando il laboratorio all'interno del cantiere, nel suo dormitorio:
La legenda narra che fu proprio la concentrazione assoluta nel suo lavoro, la causa che portò un distratto Gaudì, ad attraversare la strada proprio mentre transitava un'auto che lo investì causandone la morte.
C'è chi è convinto che l'incompiutezza della Sagrada Familia, ha una sua storicità che andrebbe tutelata. La pensa in questo modo, Josep Maria Llop, che per anni ha diretto l'ufficio urbanistico del comune di Barcellona:
<<Gaudì non ha lasciato un progetto tanto dettagliato da consentire che venisse proseguito>>
e ancora: <<Io credo che la Sagrada Familia, fosse "la sua opera" alla quale Gaudì dedicò la propria vita e tutto il proprio tempo. Inoltre come i grandi asceti, consegnò interamente la sua creatività a quest'opera, che a prescindere dalla fedeltà documentale, è il simbolo della sua spiritualità>>.
<<Gaudì non ha lasciato un progetto tanto dettagliato da consentire che venisse proseguito>>
e ancora: <<Io credo che la Sagrada Familia, fosse "la sua opera" alla quale Gaudì dedicò la propria vita e tutto il proprio tempo. Inoltre come i grandi asceti, consegnò interamente la sua creatività a quest'opera, che a prescindere dalla fedeltà documentale, è il simbolo della sua spiritualità>>.
Bonet sostiene invece la tesi contraria: <<Le grandi chiese, diceva Gaudì, non sono mai state frutto di un solo architetto. Gli edifici religiosi, scrisse, possono essere concepiti nell'arco di molti secoli senza che cambino le esigenze>>.
Voi cosa ne pensate?
Vi saluto lasciando scorrere le foto che ho scattato durante la mostra
"Gaudì e la Sagrada Familia. Parabola e iperbole dell'architettura".
"Gaudì e la Sagrada Familia. Parabola e iperbole dell'architettura".
Le condizioni di luce non erano ottimali e in alcune immagini lo si nota!
Siate pazienti, ho cercato di fare del mio meglio :o)
Durante la settimana pubblicherò alcuni video "catturati" durante la visita alla mostra.
Vederli vi lascerà pieni di stupore e di meraviglia per la genialità con cui Gaudì utilizzava la geometria e le suggestioni della natura, nel suo lavoro di progettista.
Buona visione e AD MAIORA!
FONTI: le dichiarazioni di Bonet e Llop sono estrapolate da un articolo firmato da Francesco Erbani e apparso sul quotidiano "La Repubblica", il 29 ottobre 2010.
La mostra su Gaudì, dopo Cagliari, fa tappa ad Alghero.
Fonte: Alghero TV
Per maggiori informazioni:
Alghero Turismo
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